Rete Turistica Rurale e ricordi “gallici”
Ho sempre creduto nelle reti e partecipare a questa mi fa affiorare molti ricordi “gallici”, come dice un mio carissimo amico e, per rendere la cosa ancora più epica, compagno di mille “battaglie”.
La RTR – Rete Turistica Rurale è una iniziativa creata per dare nuovo slancio al turismo delle aree interne ed ha già un interessantissimo gruppo su Facebook; per conoscere più aspetti, finalità e modalità di partecipazione, consiglio questo articolo su LSDMagazine.
Ho deciso di partecipare a questa rete perché ho avuto esperienza di gestione di un Gruppo di Azione Locale, organizzazioni pubblico-private finanziate dal Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (FEASR) che hanno come obiettivo lo sviluppo delle aree rurali e, più in generale, interne. Non voglio annoiare chi legge, pertanto rimando qui per ogni approfondimento sui GAL.
Ho molti ricordi di territori stupendi, ma spesso irraggiungibili, di amministratori che si davano anima e corpo e di altri che non capivano cosa ci stavano a fare, e di tanta gente incontrata in 38 comuni che ha offerto una speranzosa fiducia .
Eh sì, perché, è una responsabilità. Se un GAL ha un buon piano ed è gestito efficacemente, può essere una iniziativa fantastica che veramente può migliorare la qualità di vita della comunità residente oltre ad offrire nuove opportunità di crescita e sviluppo in aree che spesso devono affrontare l’abbandono, principalmente dei giovani.
In caso contrario, molti lo definiscono “carrozzone” … troppo buoni!
Oltre all’esperienza di gestione, nel corso della mia attività professionale sono entrato in contatto con molti GAL e devo dire che, assieme a diverse “porcherie”, ho visto tante cose fatte bene e soprattutto utili, aspetto che dovrebbe corrispondere alla normalità visto l’ingente budget gestito.
Le tante cose buone le ho viste quando a dirigere queste organizzazioni c’erano persone competenti, quando la classe politica si spendeva per creare nuove opportunità e partnership, quando il GAL era un soggetto “aperto” e quindi il piano di sviluppo era realmente integrato con altre iniziative a livello territoriale, in maniera da assicurarne la coerenza e soprattutto evitando “doppioni”.
Ho visto cose buone dove le iniziative a supporto dell’imprenditoria erano orientate al mercato, dove le gelosie erano superate da un obiettivo comune, dove la trasparenza diventava un motivo di ulteriore efficace cooperazione e dove le iniziative non si facevano solo perché c’era il budget a disposizione, ma perché c’era una logica ed un’utilità.
E poi, ripeto, ci sono territori speciali, fantastici, talvolta fiabeschi, connotati da uno straordinario patrimonio naturale e storico, popolato da persone genuine e ospitali nel vero senso della parola, dove …… si mangia tanto bene!!!!
Inoltre, si possono imparare tante cose, che nella fretta della nostra vita cittadina non conosciamo o abbiamo dimenticato.
Visitare queste aree è un’esperienza unica, un antistress naturale, un’ulteriore conferma di quanto valore e bellezza abbiamo sotto i piedi, che abbiamo l’obbligo di esaltare e sviluppare, non solo per i benefici alle popolazioni locali, ma anche per tutta la comunità in quanto, se non ci è ancora chiaro, da quei luoghi arrivano molti prodotti alimentari che fanno parte del nostro sostentamento quotidiano e che rappresentano una strategica risorsa di ricchezza.
Quindi, andate a visitare queste aree e non ve ne pentirete!
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