Essere o non essere?

Essere o non essere?

Si parla tanto di sostenibilità e accessibilità nel turismo e, da qualche anno, stanno nascendo molte realtà ed iniziative in tal senso, dove ognuno offre la propria visione.

Il 28 gennaio ho partecipato a Bruxelles alla Conferenza sul Sistema Europeo degli Indicatori per la Sostenibilità (ETIS)  che si è rivelato molto interessante. E’ un argomento molto vasto e di non facile caratterizzazione. Erano presenti esperti e stakeholders, pubblici e privati, provenienti da tutta Europa e sono state presentate diverse buone pratiche. Se vuoi approfondire clicca qui e troverai molti contenuti interessanti.

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Seminario da NECSTOUR

Il giorno dopo, sempre a Bruxelles, ho partecipato al seminario “Better use of EU funding opportunities for tourism and the visitor economy: Sharing regional experiences and fostering trans-regional cooperation” organizzato da NECSTOUR, il Network delle Regioni Europee per un Turismo Sostenibile e Competitivo, di cui mi onoro di far parte.

Come puoi vedere dalla foto, un pienone! Molto interessante!

Insomma, una due giorni fantastica, dove ho incontrato amici e colleghi e dove mi sono potuto confrontare sui temi della mia professione che maggiormente prediligo.

Come avrai ormai appreso, partecipo a molti incontri in questi ambiti e sempre di più si sente affermare che la parola chiave per il successo di iniziative nel settore del turismo è cooperazione.

Cooperazione a tutti i livelli, cooperazione tra PMI, cooperazione pubblico-privato, e così via. Effettivamente il turismo è un settore complesso e, quindi, l’elemento della cooperazione e del coinvolgimento di tutti gli attori è sempre di più strategico.

Ma è anche molto difficile!

Con questo articolo non intendo spiegarne i motivi, le soluzioni e le opportunità, ma vorrei divertirmi a fare alcune considerazioni di linguaggio, sicuramente generalizzando, ma frutto del risultato di una attento ascolto.

Sempre generalizzando e non volendo offendere nessuno, spesso, anche nei vari report, articoli e studi, si ha a che fare proprio con parole diverse. Niente di grave, ci tengo a dirlo; è anche sicuramente una conseguenza di obiettivi operativi non sempre e necessariamente convergenti, ma oggi vorrei fare questo gioco, con la speranza che qualcuno lo possa trovare utile.

Intanto, noto con frequenza che quando si parla di turismo, se è un soggetto pubblico o comunque un policy maker, viene utilizzato il termine tourism, mentre se si tratta di un operatore privato o un imprenditore, questi usa la parola travel. Per fortuna che in Italiano questa differenza è molto meno accentuata.

Poi, le parole chiave, che sono state “sdoganate” dalla COM(2007)621, sono turismo sostenibile e competitivo. Siamo tutti d’accordo. Ma pare che la sostenibilità sia sempre più una prerogativa tutta pubblica mentre la competitività sia un’affare dei privati. In entrambi i casi ci siamo dimenticati la congiunzione.

Un altro tema oggi è proprio strategico e, devo dire, vorrei saperne di più. Infatti, i policy makers si impegnano sempre di più su indicatori, mentre i privati (principalmente i big) fanno le guerre sui dati. I dati nel turismo, e non solo, oggi sono un elemento assolutamente strategico, quasi vitale. Se hai i dati, conosci il mercato e lo puoi anche influenzare; di sicuro non lo subisci e basta.

L’ultimo aspetto su cui mi vorrei soffermare oggi riguarda i soldi, non poteva mancare. Infatti, in ambiente pubblico si parla di fondi: fondi per fare questo o per fare quello. Le aziende turistiche invece ragionano in termini di numero di turisti/clienti che, quindi, incidono su fatturato.

I più coinvolti nel settore sicuramente saranno già pronti ad inviarmi messaggi dicendomi che magari sto un po’ esagerando, ma lo ho premesso, con la volontà che questo gioco di parole ci possa tutti far soffermare di più sui reali sforzi che ognuno pone nel cooperare.

L’alternativa non esiste: in questo settore, o vincono tutti o perdono tutti!

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